Laura Cima
ambientalista, donna politica

Data pubblicazione intervista:

06/06/2012

Laura Cima è una donna politica impegnata per la parità e l’ambiente, è stata Presidente del Gruppo Parlamentare Verde a maggioranza femminile nella X Legislatura, ha partecipato alla Commissione per la Parità tra uomo e donna presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stata Consigliera di parità della provincia di Torino, ha presentato numerose proposte di legge come firmataria nella XIV Legislatura, ha il blog www.lauracima.it su cui, approfondendo e discutendo, interviene alla vita sociale del paese.

Quali elementi differenziano la gestione del potere di una donna rispetto a quella di un uomo?


In genere una donna è più attenta ad avere rapporti e relazioni con le persone con cui esercita il potere; in un momento di gravissima crisi economica le donne sono più accorte nel non sprecare le risorse, per la tradizionale storica esperienza di cura degli anziani o dei mariti, ma in certi casi le differenze di comportamento si assottigliano, ci sono donne che arrivano al potere copiando i modelli maschili dell’arroganza e del non ascolto, o perché cooptate dai maschi, nei confronti dei quali mantengono un atteggiamento di sudditanza.

Racconti, se si è verificato, un episodio determinante per la sua scelta professionale.


L’episodio determinante è stata la nascita del mio secondo figlio che aveva da piccolissimo manifestato problemi respiratori per l’inquinamento della città; ho cominciato allora ad occuparmi di questioni ecologiche e di ambientalismo, quando ho capito di condividere con tantissime madri e padri lo stesso problema: ci sono troppi bambini che soffrono di allergie, asma, difficoltà respiratorie e la salute dell’aria non migliora.

L’essere donna è stato un vantaggio, un ostacolo o un aspetto ininfluente?


Per me è stato un grande vantaggio sperimentare una stagione che è andata dal femminismo alla politica viva come capogruppo di una compagine di sole donne alla camera dei deputati; ho fatto tante lotte vincenti con le donne, sono state esperienze arricchenti, se fossi stata maschio forse avrei avuto più facilità, ma sarebbe stato tutto più banale.

Ha citato il femminismo, cosa significa per lei ora?


Tanto. Si deve essere coscienti di cosa significhi essere donne in una società di uomini, tanto più che la crisi del patriarcato è profondissima, il potere maschile si sfarina, gli uomini non hanno più niente da offrire, nessun modello di futuro, è proprio il momento in cui il femminismo deve avere un ruolo fortissimo, non si salva il pianeta senza le donne al potere, lo stanno capendo a livello planetario: dove le donne si impegnano nella dirigenza di aziende la produttività è altissima; la responsabile del fondo monetario internazionale dice che le donne devono entrare nella finanza, purtroppo c’è arretratezza nell’educazione, le famiglie ancora non spingono abbastanza le bambine ad intraprendere studi scientifici o economici.

Lei ha sostenuto dall’inizio, nel 2003, il progetto www.reteculturalevirginia.it. In ambito artistico, crede sussistano ancora discriminazioni?


Tantissime, infatti quando abbiamo incominciato con reteculturalevirginia io sostenevo che anche nel campo artistico le donne fanno parecchio lavoro gratuito o sottopagato mentre gli uomini trovano delle committenze che permettono loro di vivere molto bene; anche l’ente pubblico, che è uno dei maggiori committenti, le discrimina, difficilmente si organizzano eventi di cui le donne siano protagoniste, dal 2003 ad oggi è cambiato poco.

Investimenti privati e finanziamenti pubblici: cosa pensa della relazione tra denaro e cultura?


La questione è molto complessa, oggi la mancanza di denaro cronica che sta facendo crollare cultura, istruzione e ricerca, esprime un disegno ben preciso, anche altri paesi europei hanno difficoltà come noi ma nessuno si inasprisce quanto l’Italia contro la cultura, è il segno della decadenza di una nazione, basti guardare quanto si stanzia per comprare inutili cacciabombardieri….

Quali progetti la impegnano attualmente?


Sto finendo un libro sul rapporto delle giovani donne con il potere; ho ripercorso la storia del potere in Italia, dal quale sono state estromesse le donne, a loro la storia è negata, non se ne parla e non si fanno studi. Oggi svolgo un’attività solo con le donne, ho smesso di occuparmi di politica mista, troppi intollerabili déjà vu, preferisco lavorare ad un grande progetto consociativo che coinvolga le associazioni femminili, le istituzioni di parità, le donne che sono nel pubblico e nei partiti; non è un obiettivo facile, ma è stimolante e gratificante; con questa finalità ho creato su facebook il gruppo FEMMINISTE a cui aderiscono molte giovani.

Ha qualche consiglio da dare a ragazze che vogliano dedicarsi alla politica?


Bisogna studiare molto, la superficialità non è più ammessa, si deve mantenere viva la curiosità e chiedersi ragione di tutto, preservare la memoria ma acquisire sia le materie umanistiche sia le leggi chimiche, fisiche; uno dei problemi più importanti e insolvibili è il degrado dello sviluppo, come facciamo a vivere in tanti rispettando l’ambiente? Se rispetto l’ambiente rispetterò anche le specie che ci vivono, questa cura le donne l’hanno abbastanza innata, ma è necessario lasciare loro spazio, altrimenti, è la catastrofe.

E’ auspicabile che le fanciulle imparino anche dal suo libro? Quando sarà pubblicato?


Ancora non so, è praticamente pronto, sto cercando di capire come muovermi nel mondo dell’editoria, che per me è nuovo, scopro che se una donna vuole stampare un volume che non sia scandalistico oppure noir, la strada è un po’ in salita…