Laura Pugno
Pittrice

Data pubblicazione intervista:

24/05/2006

D. Il suo percorso di donna e artista. Quali elementi differenziano l’opera di una donna da quella di un uomo?

R. Arrivo dal biellese, da Trivero, mi sono trasferita a Torino, dove ora ho casa e studio, per frequentare l’Accademia Albertina di Belle Arti, corso di Pittura. Non sempre si intuisce, a mio parere, se l’opera è di un uomo o una donna.

D. Tra la vocazione artistica e la raggiunta autonomia c’è stato un divario? Hai fruito del sostegno della famiglia?

R. Ho avuto in sorte di condividere con il mio compagno, Manuele Cerutti, l’ambito professionale; anche lui proviene dall’Accademia, ci siamo inseriti insieme nel mondo delle gallerie aiutandoci a vicenda. Ho finito la scuola nel 2000 e nella prima fase mi ha parzialmente sostenuto la famiglia; dal 2003 sono autonoma, oltre a dipingere insegno tecniche pittoriche all’Istituto Europeo di Design.

D. Racconti l’episodio che ha determinato il passaggio da un sogno d’arte ad una professione d’artista?

R. Non è mai stato un sogno, sono stata fortunata ed ho subito capito cosa mi interessava nella vita, riuscendo a renderlo concreto.

D. Relazioni sociali e canali di finanziamento pubblico: sono importanti, sa come accedervi?

R. Cerco concorsi su internet, in particolare guardo il sito del G.A.I. Giovani Artisti Italiani, che è nato a Torino ed ora ha ramificazioni in tutta Italia, è interessante ed aggiornato, segnala opportunità internazionali. So di persone che hanno cercato finanziamenti trovandoli…

D. L’essere donna è stato un vantaggio, un ostacolo o un aspetto ininfluente?

R. Personalmente non ho mai subito discriminazioni, il mio quadro costa come quello di un maschio che abbia lo stesso percorso alle spalle, ha identico valore. Il problema non è tanto essere uomo o donna quanto piuttosto essere italiani, le gallerie nazionali preferiscono investire su artisti stranieri, questo favorirebbe lo scambio ma spesso le gallerie straniere rifiutano poi di ospitare gli italiani. Ritengo ci sia un’alta percentuale di donne in ambito artistico nazionale, sono maschi solo il 20% degli allievi in Accademia. Ho 31 anni, non so cosa accadrà nel momento in cui vorrò un figlio, non avendo la mutua o garanzie varie, non so se cambieranno i rapporti con la Galleria Alberto Peola con cui lavoro, perché questa è un’attività da 24 ore su 24.

D. Quali tematiche privilegia?

R. Tratto argomenti legati al sociale, all’ambiente, al paesaggio in rapporto con l’uomo che ci vive.

D. Ha qualche consiglio da dare ad artiste emergenti?

R. Tenere duro, bisogna crederci. So di mie compagne talentuose che non ci hanno creduto fino in fondo. Il mondo dell’arte è un ambito di lavoro come tutti gli altri, bisogna esserci nei luoghi importanti, nelle inaugurazioni, perché si intessono relazioni, si instaurano amicizie, si coltivano occasioni, noi artisti siamo amici, ci frequentiamo e consigliamo. Un altro suggerimento è che non è così necessario diplomarsi all’Accademia, non sempre è l’iter obbligatorio, si può studiare Architettura o Storia dell’Arte: è importante cosa dici non da quale istituto provieni.