Mariacristina Spinosa
assessore alle politiche delle pari opportunità Città di Torino

Data pubblicazione intervista:

19/12/2012

Mariacristina Spinosa è assessore alle Politiche delle Pari Opportunità, Piani dei tempi e orari della Città, Decentramento, Economato, Appalti e Contratti del Comune di Torino, dal giugno 2011, ma ha una lunga esperienza in politica, maturata dal 1995 (dettagli suhttp://www.cristinaspinosa.it)

Quali elementi differenziano la gestione del potere di una donna rispetto a quella di un uomo?


Probabilmente la donna non lascia quelli che sono i suoi ruoli abituali, di figlia, moglie e madre; è differente quindi la gestione del tempo, piuttosto che del potere. La donna coniuga la sua vita personale, affettiva, con quella professionale, in un ambito però studiato e realizzato secondo canoni maschili.

Racconti, se si è verificato, un episodio determinante per la sua scelta professionale.


La mia terza figlia alla nascita ha avuto dei problemi: è stata quella la spinta a dedicarmi in prima persona al mondo della politica, che riguarda tutti noi.

L’essere donna è stato un vantaggio, un ostacolo o un aspetto ininfluente?

Per certi versi un ostacolo, per altri un aspetto ininfluente; i vantaggi sono stati lievi e determinati dalla scarsità di donne in politica.

In ambito artistico, lei crede sussistano ancora discriminazioni?

Le discriminazioni esistono certamente in ambito artistico, ma in molti altri settori; nel nord Europa i politici, di entrambi i sessi, sono riusciti a incidere per sposare lavoro e vita familiare senza sacrificare niente, qui è ancora un sogno ed in automatico diventa una discriminazione; bisognerebbe ripensare l’approccio culturale alla base, cambiare la mentalità comune, prima ancora del modo di fare cultura ed arte.

Investimenti privati e finanziamenti pubblici: cosa pensa della relazione tra denaro e cultura?


Penso che il denaro diventi importante per realizzare le idee, ma soprattutto che serva a comunicare, spiegare, introdurre alla cultura ed organizzarla; a costare è quello che ruota intorno all’opera d’arte, all’evento, alla mostra, allo spettacolo, al melodramma o alla conferenza. In questa fase si tende a dare priorità a quanto serve alla mera sopravvivenza, invece credo non si debba abbassare la guardia e continuare ad investire nella cultura e nei diritti, altrimenti ci troviamo a fare passi indietro nella convivenza civile. La cultura è utile alla collettività, l’investimento di denaro pubblico è un’ovvia conseguenza.

Quali progetti la impegnano attualmente?


Abbiamo firmato il 12 dicembre 2012 un protocollo d’intesa con il Ministero delle Pari Opportunità sulle discriminazioni per la libertà di orientamento sessuale; l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali sta preparando un progetto triennale su base nazionale, per la stesura di questo piano e la creazione di una rete è stata scelta la città di Torino, che si è distinta per l’impegno profuso da anni contro ogni discriminazione verso omosessuali e transessuali.

Ha qualche consiglio da dare a ragazze che vogliano dedicarsi alla politica?


Devono essere molto determinate per inserirsi in un ambiente modellato sugli uomini, cercando di portare qualcosa di nuovo che le caratterizzi; non è facile sopravvivere in questa selva oscura.